In una risoluzione del Parlamento europeo si fa espresso riferimento anche alla libertà religiosa ed ai comportamenti delle autorità contro “parrocchiani cattolici”, monaci buddisti e montagnard.
Strasburgo (AsiaNews) - Il Parlamento europeo chiede che, prima che si concluda il nuovo Accordo di partenariato e cooperazione UE-Vietnam, Hanoi ponga fine alle violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani. Una risoluzione approvata ieri a grandissima maggioranza – 479 voti a favore, 21 contrari e 4 astenuti – invita la Commissione e il Consiglio a chiedere al Vietnam di “porre fine alle attuali violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani”.
In articolare il Parlamento europeo chiede che vengano liberati i dissidenti politici e religiosi, garantita la libertà di espressione, di stampa e di culto, restituiti i beni ecclesiastici confiscati e, infine, che sia permesso a emissari dell'ONU di incontrare i prigionieri politici e religiosi, inclusi i Montagnard. Un comunicato diffuso da Strasburgo, precisa che “il Vietnam dovrebbe abrogare le disposizioni legislative che perseguono penalmente il dissenso e l'esercizio di determinate attività religiose in base a una non meglio definita nozione di ‘reati contro la sicurezza nazionale’, e porre fine alla censura e al controllo del governo sui mezzi d'informazione nazionali, inclusi Internet e le comunicazioni elettroniche, autorizzando la pubblicazione di quotidiani e riviste indipendenti gestiti da privati”.
Il Parlamento suggerisce inoltre di “chiedere al governo vietnamita di rilasciare immediatamente tutte le persone incarcerate per aver espresso pacificamente convinzioni politiche o religiose, tra cui più di 300 Montagnard cristiani, oltre a monaci buddisti Khmer Krom, attivisti impegnati sul fronte dei diritti umani, autori di petizioni sui diritti fondiari, ciberdissidenti, esponenti sindacali, parrocchiani cattolici e seguaci della chiesa buddista Hoa Hoa e della religione Cao Dai”.
Hanoi dovrebbe poi annullare immediatamente e completamente gli arresti domiciliari decretati nei confronti di Thich Quang Do, patriarca supremo della Chiesa buddista unificata del Vietnam, e del monaco Khmer Krom Tim Sakhorn e permettere alle organizzazioni religiose indipendenti di svolgere liberamente la loro attività senza interferenze governative, nonché restituire le proprietà ecclesiastiche e le pagode confiscate e ripristinare lo status giuridico della Chiesa buddista unificata del Vietnam.
Il Parlamento chiede infine al governo vietnamita di cooperare attivamente con i meccanismi dell'ONU in materia di diritti umani, invitando il relatore speciale sull'intolleranza religiosa e il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria a recarsi in Vietnam e garantire ai funzionari e ai relatori speciali delle Nazioni Unite un accesso illimitato a tutte le zone del paese. Ciò include anche gli altipiani centrali e settentrionali, dove essi dovrebbero poter avere colloqui riservati con i prigionieri e i detenuti politici e religiosi, nonché con i richiedenti asilo Montagnard rientrati in Vietnam dalla Cambogia.
Strasburgo (AsiaNews) - Il Parlamento europeo chiede che, prima che si concluda il nuovo Accordo di partenariato e cooperazione UE-Vietnam, Hanoi ponga fine alle violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani. Una risoluzione approvata ieri a grandissima maggioranza – 479 voti a favore, 21 contrari e 4 astenuti – invita la Commissione e il Consiglio a chiedere al Vietnam di “porre fine alle attuali violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani”.
In articolare il Parlamento europeo chiede che vengano liberati i dissidenti politici e religiosi, garantita la libertà di espressione, di stampa e di culto, restituiti i beni ecclesiastici confiscati e, infine, che sia permesso a emissari dell'ONU di incontrare i prigionieri politici e religiosi, inclusi i Montagnard. Un comunicato diffuso da Strasburgo, precisa che “il Vietnam dovrebbe abrogare le disposizioni legislative che perseguono penalmente il dissenso e l'esercizio di determinate attività religiose in base a una non meglio definita nozione di ‘reati contro la sicurezza nazionale’, e porre fine alla censura e al controllo del governo sui mezzi d'informazione nazionali, inclusi Internet e le comunicazioni elettroniche, autorizzando la pubblicazione di quotidiani e riviste indipendenti gestiti da privati”.
Il Parlamento suggerisce inoltre di “chiedere al governo vietnamita di rilasciare immediatamente tutte le persone incarcerate per aver espresso pacificamente convinzioni politiche o religiose, tra cui più di 300 Montagnard cristiani, oltre a monaci buddisti Khmer Krom, attivisti impegnati sul fronte dei diritti umani, autori di petizioni sui diritti fondiari, ciberdissidenti, esponenti sindacali, parrocchiani cattolici e seguaci della chiesa buddista Hoa Hoa e della religione Cao Dai”.
Hanoi dovrebbe poi annullare immediatamente e completamente gli arresti domiciliari decretati nei confronti di Thich Quang Do, patriarca supremo della Chiesa buddista unificata del Vietnam, e del monaco Khmer Krom Tim Sakhorn e permettere alle organizzazioni religiose indipendenti di svolgere liberamente la loro attività senza interferenze governative, nonché restituire le proprietà ecclesiastiche e le pagode confiscate e ripristinare lo status giuridico della Chiesa buddista unificata del Vietnam.
Il Parlamento chiede infine al governo vietnamita di cooperare attivamente con i meccanismi dell'ONU in materia di diritti umani, invitando il relatore speciale sull'intolleranza religiosa e il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria a recarsi in Vietnam e garantire ai funzionari e ai relatori speciali delle Nazioni Unite un accesso illimitato a tutte le zone del paese. Ciò include anche gli altipiani centrali e settentrionali, dove essi dovrebbero poter avere colloqui riservati con i prigionieri e i detenuti politici e religiosi, nonché con i richiedenti asilo Montagnard rientrati in Vietnam dalla Cambogia.